I love you
You are my whole life
miss You like the air that I breathe
Dedicated to you my star, my love
You're my soul mate
You're my sweetheart
I can't think other than you
I can't help being in love with you
You're mine
Ti amo
Sei tutta la mia vita
Mi manchi come l'aria che respiro
Dedicato a te mia stella, mio amore
Sei la mia anima gemella
Sei il mio amore
Non posso fare a meno di pensarti
Non posso fare a meno di amarti
Sei mio
giovedì 15 aprile 2010
domenica 11 aprile 2010
MANUALETTO DI SEDUZIONE DI RITA BELLACOSA LE 10 REGOLE PER CONQUISTARE UN UOMO di RITA BELLACOSA
Vai dalla persona che ami !!! Ancora sei li seduta ...va da lui e abbraccialo forte forte forte... cosi rischi di perdere una cosa importante e vera!!! Non ti fare scrupoli, la vita è la tua e si vive una volta sola... segui e prendi la tua felicità !!!!!!
VIVI LA TUA VITA
La donna ideale è indipendente, realizzata e paga di se stessa. Lei vive la sua vita senza aspettare di cominciare a farlo quando sarà in coppia. Lei ama se stessa e sa prendersi cura di se stessa, apprezza i piaceri della vita, è sicura di se stessa, impegnata professionalmente e sa trovare il tempo anche per gli amici e la sua famiglia.
NON FARE IL PRIMO PASSO
La donna ideale attende che sia l’uomo a muoversi senza togliergli il gusto della caccia. D’altra parte quanto questi si dia da fare per conquistarla è l’unico sistema per capire se l’uomo è davvero interessato a lei .
INTRAPRENDENTE SENZA ESAGERARE
La donna ideale inizialmente eviterà espliciti riferimenti sessuali ed esagerati ammiccamenti. Con il crescere della relazione potrà permettersi di osare di più.
NIENTE SESSO SUBITO
La donna ideale non va subito a letto con il prescelto. Uno studio rivela che quando le donne fanno sesso producono oxitocina , un ormone che le porta a essere viste come ancora più desiderabili agli occhi dei loro partner. Se lo si fa troppo presto allora si corre il pericolo che la relazione non si sviluppi al di fuori del letto e che l’uomo si stufi e scappi.
SORPRENDERLO CON PICCOLI GESTI
La donna ideale sorprende il suo uomo facendosi ricordare con piccoli gesti, un fiore, il suo piatto preferito, il libro che lui cerca … qualsiasi gesto per fargli capire che pensa a lui e vuole fargli piacere
COMPLICITA’
La donna ideale in società è al fianco del suo uomo , lo supporta e gli fa fare bella figura dimostrandosi conversatrice abile, colta ed affabile con tutti.
NO TROPPE TELEFONATE ED SMS
La donna ideale non tormenta a tutte le ore il proprio uomo con continue telefonate e messaggi sul cellulare. Lei non assilla con richieste e fissazioni di date come quella del matrimonio ma vive con lui la relazione serenamente lasciando che le cose accadano
NON RISPONDERE ALLE AVANCES DEGLI ALTRI
La donna ideale è fedele e si mantiene sulle sue con gli altri uomini conservando il rispetto del proprio compagno verso di lei
SCEGLIERE BENE
La donna ideale sceglie l’uomo a lei affine per gusti ed atteggiamenti di vita senza lasciarsi fuorviare dal detto che gli opposti si attraggono
LUI E’ L’UOMO GIUSTO?
La donna ideale sa che il vero amore è l’uomo di cui non può fare a meno.
Lei sa di avere trovato il suo lui quando la felicità del prescelto le importa quanto o di più della propria.
VIETATA RIPRODUZIONE E/O ADATTAMENTO. TUTTI I DIRITTI RISERVATI RITA BELLACOSA 2010
sabato 9 gennaio 2010
GLI UOMINI DI RITA BELLACOSA
Sono libera, liberale, libertaria e mancata libertina. RB
Prendete uno stadio, poi prendete gli uomini di Rita: stenteranno ad entrarci tutti. La carriera amorosa di Rita Bellacosa comincia alla tenera età di sette anni quando lei, ossia io, m’innamorai di un bambino, Ciccio, con il ciuffo in testa e le lentiggini. Ci fu un bacio : fui io ad avvinghiarmi sul tapino. Alle elementari flirtavo con i miei compagni di gioco, tutti maschi, dei quali ero il leader. Ricordo interi pomeriggi d’estate a correre giocando a indiani e sceriffi; ero il capo indiano e con me gli indiani vincevano sempre, ruolo che alternavo a quello di prima attrice in svolazzante abito giallo in una strampalata compagnia teatrale che avevo messo su. Crebbi e a tredici anni ero una donna fisicamente completa, sebbene piena d’ inibizioni e cominciarono le innocenti avances dei ragazzi. Il primo atto galante fu una proposta di fidanzamento e matrimonio fatta a mio nonno incredulo e divertito, e non fu l’unica. Alle medie ebbi la mia prima scazzottata: due compagni di scuola entrambi innamorati di me si picchiarono in classe a sangue , divisi e sospesi dal mio professore di matematica, nonché vicepreside, mio instancabile ammiratore. In quegli anni avevo un professore d’arte, uno degli uomini più affascinanti che abbia mai incontrato, ora pittore noto, che s’invaghì di me lolitina; anni dopo me lo avrebbe confessato . Mi fece il ritratto e mi cercava continuamente discutendo con me come con un’adulta di amore e di bellezza. Mi sorprese una mattina mentre mi esibivo in una simulazione di spogliarello cantando <>. Mi chiese di rifarlo per lui, che imbarazzo! Un ragazzo grande mi seguiva a scuola e mi diceva parole sconce, ero terrorizzata; si metteva davanti alla scuola tutta la mattina e quando uscivo mi seguiva. Lo dissi a quel professore, il giorno che vedemmo l’eclissi, e lui voleva ucciderlo; lo fermai quella volta, non così quando spezzò il braccio ad un altro compagno che mi girava intorno, e lo difesi davanti a tutta la scuola. Anni dopo il fratello a Parigi si sarebbe innamorato di me. Negli anni seguenti cambiai un ragazzo ogni sera e anche in uno stesso pomeriggio: niente baci né altro con nessuno, solo parole. Capitava che mentre uno spasimante era in casa mia scappassi dall’uscita posteriore di nascosto perché c’era un altro che mi aspettava di sotto. Ho collezionato, innamorata dell’amore, rossori in viso per timidezza, centinaia di corteggiatori e circa quattrocento flirt virtuali che sono stati, con il passare degli anni, man mano che mutavano ambiti geografici, frequentazioni sociali, incontri intellettuali, ragazzi più grandi di me ricchissimi e belli, poveri e brutti, scalcagnati e pazzi, vanesi ed irrisolti, comparse, passanti fugaci, stranieri, attori, giornalisti, produttori , imprenditori, milionari e nullatenenti ; essi duravano nei miei pensieri da 24 ore ad un mese ed io nei loro forse un po’ di più. Tonnellate di uomini, serre di fiori, valanghe di dichiarazioni d’amore e pure la serenata con orchestrina. Cosa mi manca per essere definita una libertina? A nessuno di loro ho dato niente; ho salvaguardato e custodito nel mio cuore il mio capitale d’amore. Problemi, complessi, morale? No, io non ho morale. Ed allora? Un gioco innocente per conoscere la vita senza procurarmi ferite. Vecchi ricordi cui guardo con tenerezza .
Prendete uno stadio, poi prendete gli uomini di Rita: stenteranno ad entrarci tutti. La carriera amorosa di Rita Bellacosa comincia alla tenera età di sette anni quando lei, ossia io, m’innamorai di un bambino, Ciccio, con il ciuffo in testa e le lentiggini. Ci fu un bacio : fui io ad avvinghiarmi sul tapino. Alle elementari flirtavo con i miei compagni di gioco, tutti maschi, dei quali ero il leader. Ricordo interi pomeriggi d’estate a correre giocando a indiani e sceriffi; ero il capo indiano e con me gli indiani vincevano sempre, ruolo che alternavo a quello di prima attrice in svolazzante abito giallo in una strampalata compagnia teatrale che avevo messo su. Crebbi e a tredici anni ero una donna fisicamente completa, sebbene piena d’ inibizioni e cominciarono le innocenti avances dei ragazzi. Il primo atto galante fu una proposta di fidanzamento e matrimonio fatta a mio nonno incredulo e divertito, e non fu l’unica. Alle medie ebbi la mia prima scazzottata: due compagni di scuola entrambi innamorati di me si picchiarono in classe a sangue , divisi e sospesi dal mio professore di matematica, nonché vicepreside, mio instancabile ammiratore. In quegli anni avevo un professore d’arte, uno degli uomini più affascinanti che abbia mai incontrato, ora pittore noto, che s’invaghì di me lolitina; anni dopo me lo avrebbe confessato . Mi fece il ritratto e mi cercava continuamente discutendo con me come con un’adulta di amore e di bellezza. Mi sorprese una mattina mentre mi esibivo in una simulazione di spogliarello cantando <>. Mi chiese di rifarlo per lui, che imbarazzo! Un ragazzo grande mi seguiva a scuola e mi diceva parole sconce, ero terrorizzata; si metteva davanti alla scuola tutta la mattina e quando uscivo mi seguiva. Lo dissi a quel professore, il giorno che vedemmo l’eclissi, e lui voleva ucciderlo; lo fermai quella volta, non così quando spezzò il braccio ad un altro compagno che mi girava intorno, e lo difesi davanti a tutta la scuola. Anni dopo il fratello a Parigi si sarebbe innamorato di me. Negli anni seguenti cambiai un ragazzo ogni sera e anche in uno stesso pomeriggio: niente baci né altro con nessuno, solo parole. Capitava che mentre uno spasimante era in casa mia scappassi dall’uscita posteriore di nascosto perché c’era un altro che mi aspettava di sotto. Ho collezionato, innamorata dell’amore, rossori in viso per timidezza, centinaia di corteggiatori e circa quattrocento flirt virtuali che sono stati, con il passare degli anni, man mano che mutavano ambiti geografici, frequentazioni sociali, incontri intellettuali, ragazzi più grandi di me ricchissimi e belli, poveri e brutti, scalcagnati e pazzi, vanesi ed irrisolti, comparse, passanti fugaci, stranieri, attori, giornalisti, produttori , imprenditori, milionari e nullatenenti ; essi duravano nei miei pensieri da 24 ore ad un mese ed io nei loro forse un po’ di più. Tonnellate di uomini, serre di fiori, valanghe di dichiarazioni d’amore e pure la serenata con orchestrina. Cosa mi manca per essere definita una libertina? A nessuno di loro ho dato niente; ho salvaguardato e custodito nel mio cuore il mio capitale d’amore. Problemi, complessi, morale? No, io non ho morale. Ed allora? Un gioco innocente per conoscere la vita senza procurarmi ferite. Vecchi ricordi cui guardo con tenerezza .
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